Anabazys
Sono ben quattro le pellicole di origine brasiliana presenti alla 64a edizione della Mostra Internazionale d'arte cinematografica, fra queste c'è la versione restaurata e fuori concorso di "A idade de terra", cioè "L'età della terra" di Glauber Rocha, già presentata a Venezia nel 1980. Insieme a questa famosa pellicola è presente, all'interno della sezione "Orizzonti", ossia tra tutte le pellicole sperimentali e innovative, il documentario di 142 minuti sul film "A idade de terra", che s'intitola "Anabazys - L'anatomia del sogno" di Paloma Rocha e di Joel Pizzini. Il film in concorso vuole in qualche maniera completare e integrare il DVD di "L'età della terra" lanciato da Glauber Tempo. Il cineasta Joel Pizzini insieme alla moglie Paloma Rocha ( figlia del regista indipendente Glauber), cerca, attraverso interviste e diverso materiale, di raccontare e ricostruire la figura di quest'uomo.
"Anabazys" dunque, non è un omaggio, ma da una parte è un'indagine sulle ideologie di Glauber, sul suo modo di lavorare e realizzare pellicole e dall'altra è un'analisi storica dell'opera dell'artista brasiliano, che nel 1980 ha rivoluzionato il mondo del cinema in Brasile. Attraverso interviste agli attori, ai tecnici ed ai collaboratori di Glauber che hanno lavorato con lui alla realizzazione di "L'età della terra", i due registi mostrano la mente vivace, la personalità frizzante ed esuberante del regista, capace con le sue idee di rompere i rigidi schemi cinematografici e dar vita ad un sogno. Il film è diviso in ben 13 blocchi indipendenti l'uno dall'altro, partendo dalla descrizione della situazione del cinema di allora, descritto in prima persona dallo stesso Glauber. Qui il regista brasiliano racconta il cinema dei suoi tempi, la situazione politica, le sue ideologie politiche ed estetiche, lentamente la voce del grande Rocha è sostituita da quella dei suoi collaboratori, che raccontano aneddoti e descrivono il modo di lavorare dell'autore, la sua capacità di visualizzare la musica, di riuscire a sentirla come fosse un'immagine e riuscire a catturarla e farla sua, fondendola all'interno delle su pellicole. E' un'artista all'apice del successo, che invita le nuove generazioni a liberarsi dei vecchi schemi, dei vecchi metodi di fare cinema in Brasile ed a creare liberamente (cit.: "Bisogna eliminare il vecchio dramma per costruirne uno nuovo"). E' un modo di pensare che lo ha portato a diventare un regista indipendente lontano dal circuito cinematografico ufficiale. Le interviste sono inframmezzate da spezzoni di circa sessanta ore di materiale girato inedito, escluso durante il montaggio finale di "A idade de terra". L'analisi e il racconto proseguono intrecciati, legati saldamente l'uno all'altro e arriva il periodo di Venezia dove il film viene presentato nel 1980. L'opera non viene capita, né apprezzata, tanto che alla fine della proiezione la sala è vuota, solo i grandi registi come Michelangelo Antonioni, Roberto Rossellini e Federico Fellini apprezzano la pellicola.
La critica italiana stronca il film considerandolo una pellicola di regime, la stampa francese e portoghese lo apprezzano, mentre quella inglese appare divisa. E' chiaro che il mondo forse, non è ancora pronto a capire e apprezzare il suo linguaggio così insolito, quasi visionario. "Anabazys" è dunque un tentativo di analisi storica e ideologica della produzione di Glauber, uno studio ben organizzato, che permette allo spettatore di apprezzare questo regista e comprendere il suo spirito. Il documentario si trasforma in una sorta di "Dizionario" o "Bignami" che permette una comprensione più profonda di "A idade de terra".
L'unico neo è la lunghezza eccessiva, che rende la visione integrale alquanto difficoltosa.

La frase: "Mi rifiuto di fare pubblicità, perché credo che il fare cinema sia una religione".

Federica Di Bartolo

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