Hazzard
Ormai, tra due Charlie's angels ed uno Starsky & Hutch sembra che a Hollywood, accanto a quella dei comic-movie e dei movie-games, sia esplosa la moda di portare sul grande schermo i personaggi di vecchi telefilm. Quindi, Jay Chandrasekhar, membro del team comico Broken Lizard, dopo lo slasher demenziale Vacanze di sangue, del 2004, torna dietro la macchina da presa per rileggere in un lungometraggio cinematografico le imprese narrate in Hazzard, una delle sue serie televisive preferite, trasmessa nel 1979 da CBS, miscuglio di gusto del Sud e azione non-stop, la quale, per i fan, è sinonimo di inseguimenti in automobile e scazzottate su polverose strade di contea. La contea di Hazzard, come suggerisce il titolo, su cui imperversano, a bordo della loro Dodge Charter, la Generale Lee, i cugini Bo e Luke Duke, originariamente interpretati da Tom Wopat e John Schneider, ma che hanno ora i volti dell'eccezionale Seann William Scott della trilogia American pie e di quel Johnny Knoxville divenuto famoso per la controversa serie di MTV Jackass. Qui i due, che spesso si ritrovano inseguiti dagli uomini dello sceriffo quando, durante alcune consegne, infrangono la legge, vivono insieme allo zio Jesse, splendidamente incarnato da Willie Nelson, che produce la birra più buona del Sud, ed alla cugina Daisy, nei cui cortissimi shorts troviamo "custodita" la provocante Jessica Simpson, e finiscono per scoprire che le proprietà dei loro vicini sono state confiscate illegalmente dal losco funzionario governativo Boss Hogg. Un Burt Reynolds duro e minaccioso come al solito, ma decisamente fuori parte, quest'ultimo, in quanto il personaggio originale della serie, con il caratteristico completo bianco, stivali bianchi e grande Stetson bianco, era rappresentato come un personaggio sì temibile, ma in fin dei conti grasso ed imbranato.
Al di là di questo, però, elemento su cui possiamo tranquillamente chiudere un occhio, Chandrasekhar richiama efficacemente ed in maniera nostalgica, supportato dalle scenografie di Jon Gary Steele (American history x) e dalla fotografia di Lawrence Sher (La mia vita a Garden State), l'atmosfera televisiva degli Anni Settanta, sebbene i suoi personaggi parlino di email e morbo della mucca pazza, e zio Jesse, impegnato a sfornare i suoi esilaranti indovinelli, se ne esca dicendo: "Sapete cosa succede se date del viagra ad un politico? Diventa più alto!".
In conclusione, quindi, circa 105 coinvolgenti ed irresistibili minuti, tra scazzottate alla Bud Spencer e Terence Hill, inseguimenti eseguiti di retromarcia e la mitica Lynda Carter di Wonder woman nei panni di Pauline, che rischiano soltanto, in alcuni momenti, di risultare un po' troppo fracassoni; ma, nonostante siano trascorsi più di venticinque anni, sui sedili della veloce Dodge Charger arancione con 01 scritto sulle fiancate ed il disegno della bandiera sudista sul tettino, il divertimento è ancora oggi assicurato!

La frase: "Quando salti da un'auto in corsa niente suona più ufficiale di un Piano B"

Francesco Lomuscio

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