La Bohème - il film
E’ sempre più difficile al giorno d’oggi parlare di fenomeni in campo di musica lirica, trovare dei personaggi che rompano la barriera del pubblico d’élite e che riescano a imporsi presso una platea più vasta. Questo è il caso di Anna Netrebko e Rolando Villazon, soprano russa la prima, tenore messicano il secondo, il cui sodalizio artistico è stato consacrato nell’album Duets edito da Deutsche Grammophon (2007). Altri concerti molto apprezzati sia dal pubblico che dalla critica hanno poi fatto il resto. Il loro appeal è facilmente riconoscibile: bravi, belli ed espressivi, rendono molto credibili i personaggi che interpretano e ancora più drammatici gli amori infelici.

Era dunque quasi destino che si incontrassero su un set cinematografico. Non è un caso che sia stata scelta una delle opere più popolari di Puccini, La Bohéme. In effetti è molto rinfrescante, due protagonisti giovani e aitanti e conformi ai personaggi, anziché certi "giganti" e "gigantesse" nella stazza se non nel talento.
Tralasciando l’arcinota vicenda del poeta Rodolfo e della modesta Lucia che – chissà perché - tutti in realtà chiamano Mimì, vediamo alla trasposizione. Robert Dornhelm ha in buona sostanza tre set su cui lavorare: il solaio in cui vive Rodolfo, una strada di Parigi con il caffè Momus e una stazione di dogana. L’impostazione registica è molto classica, per certi versi anche teatrale, i movimenti di macchina sono rari e impercettibili, prevalgono i campi lunghi che tendono a immedesimare molto nella situazione di teatro d’opera e viene data particolare attenzione autoriale proprio ai due protagonisti, ai due cantanti cui il film è esplicitamente dedicato.
Dunque Dornhelm esegue scelte registiche molto tradizionali, lontane ad esempio dalla fantasmagoria visionaria del "Flauto magico" di Kenneth Brannagh. Ad emergere in maniera potente è naturalmente la musica di Puccini e le interpretazioni generose della Netrebko e di Villazon, che tengono la scena in maniera meravigliosa fino al commovente –e inevitabile- finale.

Particolarmente curioso è il sistema distributivo al quale si affida questa pellicola. In effetti non esce nelle sale per restarvi per un determinato periodo, bensì La Bohéme è protagonista di una specie di inedita tounée cinematografica: esce in ogni città in un solo giorno e in un solo cinema, inizialmente durante un periodo che va dal 6 aprile al 12 maggio 2009, probabilmente con alcuni interessanti strascichi nel periodo estivo. Qualora funzioni, questo sistema potrebbe essere un’alternativa alla tradizionale "tenitura" che tanti problemi causa ai film "meno scontati" che passano nei circuiti nostrani.

La frase: "Che gelida manina... se la lasci riscaldar!".

Mauro Corso

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