La prima linea
Il film di Renato De Maria racconta la storia di Sergio Segio e Susanna Ronconi, che furono tra i fondatori dell’organizzazione terroristica Prima Linea, tra la metà degli anni ’70 e i primi anni ‘80.
L’azione si svolge nel 1982 mentre Sergio Segio organizza l’assalto al carcere di Rovigo nel quale sono detenute quattro membri di Prima Linea, tra le quali Susanna. Alcuni flashback raccontano i momenti salienti della storia dell’organizzazione terroristica, filtrati però attraverso il rapporto amoroso tra Sergio e Susanna.
L’intento del regista è quello di trasmettere il percorso interiore dei protagonisti, dalla spinta ideologica iniziale fino alla presa di coscienza dei crimini commessi, e la progressiva perdita del contatto col mondo che li circonda e con loro stessi a causa dell’integralismo della loro fede politica.
Il largo uso della macchina a mano, gli inserti di immagini di repertorio di quegli anni, lo sguardo in macchina e la voce fuori campo rendono le inquadrature instabili e turbolente, traducendo ottimamente l’atmosfera di quel periodo e il carattere dei personaggi.
Gli anni di piombo sono un momento della storia italiana ancora poco discusso ed estremamente contraddittorio ma lungi dal farne una disamina approfondita, il film fornisce solo qualche accenno della storia di Prima Linea per concentrarsi maggiormente sui protagonisti: due personaggi complessi, che lacerano le proprie anime alla ricerca di un ideale che ormai hanno perso di vista e forse non è mai esistito. La sceneggiatura (che prende spunto dal libro Miccia corta dello stesso Segio) insieme alle intense interpretazioni di tutto il cast sul quale spiccano Riccardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno, contribuiscono a creare un film toccante e che fa riflettere: il racconto del percorso deviato di alcuni giovani che sono partiti credendo in ideali giusti e si sono fatti avvolgere da una spirale di violenza gratuita.
Sebbene gli atti terroristici siano assolutamente da condannare, guardando il film è impossibile non riflettere sulle condizioni odierne del nostro paese, sulla perdita e sul decadimento di certi valori e di conseguenza risulta naturale interrogarsi sulla strada che si sta prendendo.

La frase:
- "Perché continui?"
- "Perché è tutto sbagliato, è tutto capovolto. Bisogna farlo cambiare!"

Ilaria Ferri

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