Non prendere impegni stasera
Leggenda vuole che al Festival di Venezia ci sia sempre un poco di ostilità verso i film italiani presentati. Placido stesso ha innescato questa polemica poco prima dell'edizione 2006 della Biennale, e così qualsiasi opinione "critica" si voglia fare su un lavoro realizzato da un nostro connazionale deve ormai dimostrare di non essere vittima di alcun pregiudizio negativo.
Se quindi il commento di un ragazzo del pubblico appena uscito da una sala è stato "Non prendere impegni stasera...c'è quel capolavoro del film di Tavarelli" che il tono sia ironico o serioso non si può dire. Fosse anche lui uno di quelli con i pregiudizi...

Vite di quarantenni. Esistenze tristi, caratterizzate dalla solitudine, alla quale ognuno reagisce in modo diverso e con esiti diversi. In una Roma impersonale, le loro storie si incrociano senza però trovare sempre la giusta dimensione.

Un film triste, di quelli che non ti lasciano andare via col sorriso tra le labbra. E ci mancherebbe altro. Tante sono le vicende narrate che quasi ogni spettatore troverà qualcuno in cui rivedersi. Un parente malato di cancro o psicopatico, un matrimonio fallito, un amore ingenuo, uno impossibile, uno che muore prima ancora di nascere, un fidanzato lasciato ed una ragazza che non sarà mai fidanzata. Spunti realistici che però vengono combinati senza trovare il giusto equilibrio. Non solo la musica invasiva che accompagna e ogni tanto sovrasta i dialoghi cercando di enfatizzare le situazioni drammatiche, ma anche la descrittiva voce fuori campo e le didascalie più confusionarie che chiarificatrici. Le date che ogni tanto appaiono sembrano la dimostrazione poi di una generale difficoltà nel gestire i tempi narrativi. Storie spesso solo accennate che non evocano grosse emozioni oltre a non risultare davvero legate da una qualche ragione concettuale che non sia la malinconia. E' brutto e antipatico dirlo, davvero si spera sempre che i film italiani non solo siano belli, ma siano migliori di tutti gli altri.
Ma perché sia così non si può aspettare che sia "il livello degli altri" a scendere...

La frase: "Voglio sapere ciò che lascerò sulla Terra quando me ne andrò".

Andrea D'Addio

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