trovo questo film patetico, espressione del cinema italiano degli ultimi 20 anni, un cinema "per addetti ai lavori", basato sull'autocompiacimento di aver "fatto" una "cosa" bella, un cinema che trova nel distacco e nel disprezzo del pubblico il suo più grande obiettivo.
non c'è storia, i personaggi agiscono in modo incomprensibile o quasi, sono presentati male e solo a volercela mettere tutta si intuisce cos'è che li muove e perché.
quello che resta è una scatola, vuota, di buone intenzioni; si intuisce che è un film sull'immigrazione, si intuisce che dovrebbe commuoversi o sorridere in alcuni passi (perché il tema musicale e la fotografia li sottolineano), si intuisce che gli autori "ne sanno"(ben QUATTRO sceneggiatori e un supervisore per scrivere questa robetta!)...ma il tutto non è supportato da fatti, è solo un'immensa fregatura, un trucco, una bugia. il tipico film sul quale mia madre, da buona napoletana, direbbe: "chist so film ca sanna capì"..e invece non c'è niente da capire, mamma, è solo un imbroglio che dura da 20 anni.
L'unica cosa che sembra interessare ai cineasti italiani? Fare cinema per sé stessi e per l'elité di amici (pochi ma buoni) che hanno accesso a finanziamenti statali e al patentino (perché di questo si tratta) di registi o sceneggiatori...del resto (e del pubblico) che ce frega.
Purtroppo io sono andata oltre il messaggio voluto dagli autori: ho colto una sorta di compiacenza delle cose così come sono e questo mi spaventa, il compiacersi non può appartenere ad una città cosi "messa in croce". Un pò lento il personaggio principale