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Ouija











Cosa succede se si mettono insieme come produttori Michael Bay, fenomeno di produzioni colossali, e Jason Blum, mago del low cost? “Ouija” è uno dei film horror più attesi, ma sicuramente ha deluso molti fan appassionati del genere. Il budget da 5 milioni di dollari dimostra comunque come sia possibile realizzare prodotti validi spendendo relativamente poco, infatti, viene privilegiata la parte tecnica rispetto al cast capitanato dal Daren Kagasoff protagonista della fortunata serie tv “Vita segreta di una teenager americana” con Shailene Woodley.
La storia è basata sulla leggenda della “tavola degli spiriti” e racconta le vicende di un gruppo di amici. Tutto inizia quando Debbie (Shelley Hennig) scopre nella sua soffitta l’oggetto misterioso e incomincia a giocarsi tralasciando la regola fondamentale, o meglio le due, mai giocare soli e, soprattutto, mai in un cimitero. La casa della famiglia della giovane, infatti, è molto più misteriosa di quanto possano immaginare i suoi abitanti. L’apparente suicidio di Debbie scatena la reazione degli amici portandoli a sfidare Ouija e il destino per rivederla un’ultima volta, ma faranno i conti con una misteriosa D. Uno dietro l’altro i pezzi del puzzle si ricompongono in modo, a tratti banale, ma comunque la suspense è garantita. Particolarmente spaventosi alcuni passaggi, specie per chi non è legato a questa tipologia di lungometraggi.
Esordio dietro la macchina da presa per lo sceneggiatore Styles White, già scrittore di horror come “Boogeyman – L’uomo nero”, e probabilmente è proprio per la poca esperienza che si nota l’assenza di inquadrature particolarmente spettacolari. Film basato su una storia vera, come “L’esorcismo di Emily Rose” e il più recente “L’evocazione” ed è spaventoso, seppur non ai livelli delle opere sopracitate. Le location sono limitate, caratteristica ormai evidente in ogni film di Blum che, permette in questo modo, di mantenere il budget così limitato. Il prodotto è buono e tiene con il fiato sospeso e la voglia di scoprire se le cose andranno effettivamente nel modo previsto, ma non mancherà un colpo di scena nel punto di massima tensione dell’intreccio. In un classico “jumanji mortale” le pedine cadranno una dietro l’altra perché, quando si apre un canale con l’aldilà, forse proprio per questo c’è poco da scherzare e sperare che la tavoletta Ouija resti soltanto il gadget della Hasbro, ma siete convinti che sia soltanto un gioco? La parte tecnica e storica del film è assolutamente apprezzabile, meno la sequenza delle scene spesso troppo banali. Sarebbe stato sicuramente più apprezzabile puntare su una maggiore caratterizzazione legata alla tavoletta degli spiriti e meno concentrarsi sulle emozioni dei protagonisti.

La frase:
"Debbie ha trovato la tavoletta a casa sua, ha risvegliato qualcosa".

a cura di Thomas Cardinali

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