Cuori
Piccole paure condivise, opera teatrale del 2004 del commediografo Alan Ayckbourn, è un omaggio di Alain Resnais all'artista inglese attivo dalla fine degli anni '50 ad oggi.
L'opera è incentrata sulle relazioni casuali intrecciate da sette personaggi nella Parigi di oggi (otto se si considera il padre di Lionel, di cui si sente la voce ma che non si vede mai). Personaggi diversi, ma uniti da un denominatore comune, l'incertezza, la paura ed in ultima analisi la timida ricerca di una piccola felicità personale. Secondo quanto dice lo stesso Resnais in un'intervista, "le relazioni tra i protagonisti mi ricordano la tela di un ragno stesa tra due cespugli di ginestrone [...] sono come insetti che si dibattono nel tentativo di sfuggire alla trappola. Ogni volta che ciascuno si muova, urta un altro punto della ragnatela ed un altro personaggio, con cui non aveva precedentemente alcun legame".

Così troviamo Nicole e Dan, coppia alla ricerca di una nuova abitazione ma scossa al suo interno da una crisi strisciante ed inevitabile. Lionel, barista impeccabile e riservato che si deve occupare di un padre capriccioso ed irascibile. Poi ancora Thierry, agente immobiliare (interpretato dal bravo André Dussollier), che costituisce il centro della ragnatela ideale descritta da Resnais, dato il doppio legame che lo unisce sia alla sorella Gaelle che alla misteriosa e Charlotte, divisa tra ansie religiose ed esotiche seduzioni. Durante le cinquantacinque scene della pellicola, che risente fortemente dell'impianto teatrale originale, raramente vediamo più di due personaggi insieme sullo schermo, incontri brevi ed effimeri che rivelano sempre di più allo spettatore, ma senza lasciare scampo alle piccole figure prigioniere dei loro destini individuali. Emblematica è la visita dell'appartamento all'inizio del film, immediatamente dopo una magnifica vista a volo d'uccello su una Parigi innevata e sonnolenta nella sua staticità apparente. Una stanza è stata divisa artificialmente da un muro di cartongesso, che separa anche una finestra. Nicole (interpretata da Laura Morante) fa dunque notare all'agente immobiliare come coloro che dormono nelle stanze attigue non hanno altra scelta: entrambe condannate a soffocare o morire di freddo. Come i personaggi costretti in vite asfittiche, le cui relazioni reciproche si compongono nella dialettica tra freddo e caldo, tra razionalità e passione, terrore paralizzante e slancio vitale, pur se spesso tardivo.

Piccole paure condivise si affida molto all'arguzia del testo di Ayckbourn, assumendo un andamento decisamente brillante in principio, rallentando poi il ritmo come se il regista francese volesse andare a toccare corde più leggere, puntando sull'introspezione e sullo studio psicologico dell'infelicità umana. Resnais vuole però offrire un barlume di speranza a questi moderni esemplari di alienazione urbana, regalando loro un raggio di sole, forse un giorno in grado di sciogliere una neve che frena sensi ed emozioni. Da non perdere le spassosissime trasmissioni religiose delle misteriose cassette che Charlotte presta a Thierry.

La frase: "Un pizzico di felicità non fa male".

Mauro Corso

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