Questo piccolo grande amore
Nella storia della canzone italiana, l’album sovrano è proprio questo. E, sull’onda del recentissimo trend che vuole l’adolescente creatura mocciana e attratta inesorabilmente dagli acronimi, eccolo diventare impronunciabile se sacrificato al rituale del botteghino: QPGA, Questo Piccolo Grande Amore, si propone di convertire in linguaggio cinematografico l’emozione condensata in una decina di canzoni indimenticabili, bypassando qualsiasi immaginifica reinterpretazione del mezzo e del contesto. Mera didascalia del cantato, la pellicola diventa gioco di mimi. E le due orette scarse di primo amore tra la diciassettenne Giulia e l’universitario Andrea si fanno candida e un po’ ridicola accumulazione di vignette illustrative d’una colonna sonora che Claudio Baglioni ha persino ritenuto di dover riarrangiare per l’occasione. Riccardo Donna, esordiente sul grande schermo ma veterano del piccolo (nella lunghissima gavetta annovera le prime due stagioni di "Un medico in famiglia", per dire), non osa mai. Cura dunque la regia di quello che è un po’ musicarello un po’ Bollywood de’ noantri, dove la sceneggiatura a firma Cotroneo-Baglioni saccheggia a piene mani i testi storici e lo spettatore assiste suo malgrado a dialoghi vagamente imbarazzanti: se impietosamente trasposta in prosa senza tanti complimenti, la sintassi musicale risulta banale, caricaturale, stereotipa. "Cuore" e "amore" tornano a far rima senza mediazione di sorta, in tutta la loro disarmante ingenuità. Il qualunquismo spicciolo mina alla base una qualsiasi forma di spessore culturale del prodotto (la sequenza iniziale con manifestazione pacifista in Piazza del Popolo e anacronistiche parabole sui tetti è grottesca per semplificazione d’idee, suggestioni, echi), il concetto stesso di "anni Settanta" diventa un’illustrazione da sussidiario elementare e lo spessore psicologico dei protagonisti-figurina è a un passo dal fotoromanzo.
Nel progetto, nato - rivendicano i responsabili - per idea iniziale e straordinario interessamento dei produttori Levi e Pecorelli, hanno presto finito per confluire anche un nuovo tour del cantante, un album in uscita a breve e varie ed eventuali ipotesi di riciclo del passato. Che resta tale, perfetto com’era. Mentre la vicenda sullo schermo lascia perplessi e un po’ amareggiati. E’ il Medusa-film di San Valentino, ci segnalano. E, come tale, glassato a dovere tra il ricordo falsato e la fiaba naif. Qualunque forma di realismo è bandita, dunque: ma restano solo tanta tv e altrettanta nostalgia per un post-Sessantotto leggero come non è mai stato. Ringraziando il cielo.

La frase:
- Andrea: "Ti amo, davvero"
- Giulia: "Ti amo, lo giuro"
- Andrea: "Ti amo"
- Giulia: "Ti amo, davvero"

Domitilla Pirro

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