Suspicious River

Suspicious River è una cittadina del Canada, piccolissimo punto di una cartina geografica che conta spazi apparentemente infiniti. In quel minuscolo punto Leila è nata e cresciuta. Lavora alla reception di un Motel nella periferia, non lontano dal fiume dove passa tutte le sue pause a fumare seduta su un pontile, e a parlare con una strana ragazzina. Al confuso desiderio di fuggire Leila non riesce ad aggiungere l'energia per realizzarlo e resta ferma dov'è capace solo di mettere da parte i soldi che chiede ai rari avventori del motel in cambio di attenzioni "più personali". La sua vita procede allo stesso ritmo monotono del fiume sul quale nuotano alcuni cigni placidamente indifferenti. L'arrivo di un vagabondo, brutale e affascinante sembra segnare una svolta nella vita della ragazza. Stufa del polveroso motel e di quella vita angusta vuole credere a tutte le parole di Gary e scappa via con lui. La aspetta una notte scura e pericolosa dalla quale potrebbe rischiare di non tornare.

Ispirato all'omonimo romanzo di Laura Kasischke, la regista canadese Lynne Stopkewich sceglie un'altra storia 'difficile' per il suo secondo lungometraggio. Si affida una volta ancora alla straordinaria recitazione di Molly Parker, che dopo aver interpretato la necrofila Sandra in "Kissed" decide di andare ancora oltre con Leila. È un personaggio infatti complesso, avvilito e avvilente, al quale il viso di porcellana straordinariamente efficace della Parker dà una luce interiore inconfondibile ed essenziale.
Una storia intima che tradotta in immagini può trasformarsi in noia e lentezza. Una trappola in cui la regista sembra volutamente cadere per riuscire a modificare l'interiore indolenza dei personaggi in moto ed energia esteriore. In un paesaggio perennemente umido di pioggia si sviluppa un racconto "perverso" per il quale il cambiamento può essere esclusivamente interiore e il riscatto forse solo una chimera. I lunghi silenzi della protagonista e gli sguardi ben più loquaci assicurano una dimensione "altra", in cui il dibattersi della donna appare ancor più doloroso.
Un niente apparente in cui la Stopkewich non si perita di aggiungere alcuni simboli faticosi da decriptare, come per esempio la stessa ragazzina, immagine riverberata della Leila più giovane ma altrettanto delusa.

Valeria Chiari

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