Anniversary party
A volte si rimane più affascinati da una pellicola che non racconta una vera e propria storia, ma fotografa un breve attimo di vita, una pellicola come "Anniversary Party", esordio di sceneggiatura e regia della coppia Alan Cumming / Jennifer Jason Leigh. Un set quasi teatrale, interamente all'interno di una casa californiana, fa da cornice alla festa d'anniversario di Joe e Sally (rispettivamente Cumming e la Jason Leigh). Una festa alla quale partecipano un ristretto gruppo di amici e i vicini di casa, odiati, ma allo stesso tempo necessari per mantenere dei rapporti "civili". Saranno proprio i vicini la chiave di lettura di questo gruppo eterogeneo di persone unite da un comune denominatore: il successo nel mondo dello spettacolo. I Rose, infatti, sono due pesci fuor d'acqua che si trovano all'interno di quel mondo patinato ed idealizzato che hanno sempre visto sulle pagine delle riviste; una sorta di osservatori che conducono lo spettatore attraverso le normali difficoltà dei rapporti interpersonali che caratterizzano ognuno di noi.

Gli autori hanno avuto non solo la capacità di mostrare la normalità di un ambiente ritenuto speciale, ma soprattutto l'abilità di circondarsi di grandi talenti che hanno reso il tutto molto "familiare". Nomi eccellenti (Kevin Kline e Gwyneth Paltrow), vicino ad ottime star di secondo piano (Parker Posey e John C. Reilly) ed a qualche "giovane pensionato" (Phoebe Cates e Jennifer Beals). L'atmosfera che si respira è quella di una riunione tra vecchi amici, quasi un barbecue domenicale, e non si può non pensare che nei personaggi ci sia molto delle vite degli stessi attori. Non che questo porti ad una sorta di biografia, piuttosto ad una serie di situazioni che conoscono molto bene.

I vari impegni di tutti hanno richiesto tempi di realizzazioni molto veloci, soltanto diciannove giorni, quasi un record, ottenuti attraverso la tecnologia digitale. I registi hanno infatti optato per l'utilizzo di questo nuovo strumento sapientemente coadiuvati dal direttore della fotografia John Bailey. L'effetto finale è eccellente senza artifici sullo schermo, con immagini molto nitide e senza saturazione dei colori. L'unico appunto è relativo alle pochissime scene dinamiche in cui si nota un qualche disturbo nei contorni, ma del tutto trascurabile anche perché i registi indugiano più sui primi piani, su scene da album dei ricordi, più adatte al tipo di narrazione, che su movimenti arditi della macchina da presa. L'eccezione? La breve sequenza vista dagli occhi di un protagonista: il cane.

La frase: "Non tirare colpi bassi se non li sai incassare!"

La chicca: le foto presenti nella casa sono state scattate dalla stessa Jennifer Beals.

Curiosità: il film è stato girato con telecamere digitali SONY DSR - 500.

Indicazioni:
Per chi ha apprezzato "Tempesta di Ghiaccio" o "Il Grande Freddo".

Valerio Salvi

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