Un perfetto gentiluomo
Che Paul Dano fosse un giovane attore da tenere d’occhio lo si era già capito quando interpretò, accanto ad Emile Hirsch, "La ragazza della porta accanto" (2004) di Luke Greenfield.
Ne è la riconferma il terzo lungometraggio di finzione diretto da Shri Springer Berman e Robert Pulcini - autori de "Il diario di una tata" (2007) e, prima ancora, dell’"American splendor" (2003) candidato all’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale – che, tratto dal romanzo "Io e Henry" di Jonathan Ames, lo vede impegnato ad incarnare magnificamente il personaggio del sensibile e sessualmente confuso professore d’inglese Louis Ives, il quale, aspirante scrittore, decide di licenziarsi dalla scuola media privata in cui insegna a Princeton dopo essere stato sorpreso in una imbarazzante situazione con un baby-doll rubato a una collega.
Da qui, lo seguiamo nel suo trasferimento a New York, dove lo vediamo da un lato mettere gli occhi su Mary alias Kathy Holmes, assistente nella redazione della rivista ambientalista in cui si ritrova a lavorare, e dall’altro impegnarsi ad apprendere il bizzarro stile di vita del suo nuovo coinquilino Henry Harrison, uomo dai gusti peculiari e dalla perfetta sintassi che, senza una particolare occupazione, è un "extra man", ovvero un escort che tiene compagnia a facoltose donne in età avanzata.
Ed è un Kevin Klyne che tanto ricorda il Vittorio De Sica attore nelle commedie nostrane a concedere anima e corpo a quest’ultimo, propenso ad insegnare al ragazzo a mescolarsi con l’alta società, tempestata da ruffiani e scrocconi, nel corso di circa 105 minuti di visione che viene una gran voglia di associare alle tante favole fatte di personaggi reali sfornate a suo tempo da Frank Capra.
Circa 105 minuti di visione che, nel tirare in ballo anche un esilarante John C. Reilly nei panni dello strambo Gershon, il quale, irsuto recluso capellone e con barba lunga fornito addirittura di voce fina, intrattiene un rapporto di amore e odio con Henry, riescono nell’impresa di regalare diversi gradevoli sorrisi allo spettatore, destinato anche a vedere Louis frequentare una dominatrice che gli insegna a travestirsi.
Con una regia nella media, ulteriormente impreziosita da una ricca colonna sonora comprendente, tra le altre, "Sunday morning" dei Velvet underground e "Dandy in the underworld" dei T-Rex.

La frase: "Un gentiluomo e i suoi impulsi devono vivere in perenne compromesso".

Francesco Lomuscio

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