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Violeta Parra Went to Heaven











"Grazie alla vita, che mi ha dato tanto" recita il commiato lirico per il quale è universalmente nota. Trattamento a quattro firme dal libro omonimo (anche se il titolo originale utilizza laicamente il termine "cielos") del figlio e cantautore Àngel, co-produzione cilena-argentina-brasiliana diretta dal co-sceneggiatore e regista Andrès Wood, "Violeta Parra went to paradise" celebra una delle principali figure del paese andino, scomparsa suicida cinquantenne nel 1967. Di famiglia numerosa e povera, madre indios scomparsa presto, padre insegnante musicista ubriacone da locande che l'avviò alla chitarra, due matrimoni, quattro figli di cui una deceduta infante, una sofferta relazione finale, coerentemente con il proprio credo politico e un'attività febbrile l'artista cilena ha rappresentato la cultura popolare come cantante e compositrice (circa 3mila brani), poetessa, pittrice, ricamatrice di arazzi, soprattutto diffondendo le melodie di tradizione orale della sua terra in tutto il mondo.

La personale "Università del Folklore" nel tendone vicino Santiago diventa nel film, ambientato nei vasti altipiani della pastorizia (incantata la fotografia di Miguel Ioan Littin), il palcoscenico di un'esistenza. Con un tocco poetico che si esprime pure in inquadrature decentrate e dettagli, sostenuto dalla fondamentale interpretazione di una Francisca Gavilán dalla forte somiglianza, dotata di talento e carica, che esegue tutte le canzoni selezionate, l'occhio socchiuso di un'anima che si sta spegnendo torna ripetutamente, insieme ad una lunga e ricca intervista televisiva, dentro un miscuglio cronologico di episodi – tra infanzia e ultimo periodo - popolato di fantasmi affettivi e visioni ipnotiche. E lascia impressi il rapporto con i figli (spesso soli a badare gli uni agli altri, oppure spiazzati dai sanguigni, imprevedibili e contraddittori comportamenti di lei), alcune rivelatorie considerazioni (sull'amore fugace e causa di dolore, su una creatività impetuosa, libera, diversificata, e sulla morte, presenza costante), uno spirito irrequieto e passionale, tutto dedito a ricerca, elaborazione e socializzazione delle opere.

La frase:
"Senza umorismo non crescerai!".

a cura di Federico Raponi

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